Novembre

Cheshvàn viene anche chiamato Marcheshvàn, nome di cui si dà una doppia interpretazione: Cheshvàn l’amaro, con riferimento al fatto che in questo mese non ci sono momenti di festa, oppure, facendo derivare la parola mar dall’aramaico “goccia”, con il significato di “Cheshvàn il piovoso”, date le abbondanti piogge che cadono in questo mese.
Per i musulmani Ramadan, nono mese del calendario, conta 30 giorni, ed è il periodo compreso da ottobre a novembre, mentre Shavval, decimo mese, conta 29 giorni, ed è il periodo che va da novembre a dicembre. Per la durata del mese di ramadan i musulmani si astengono dagli eccessi, non combattono guerre e praticano il digiuno durante le ore diurne.
Per i Persiani, Aban, ottavo mese del calendario, contava 30 giorni, e andava da ottobre a novembre, mentre Azar era il nono mese, contava 30 giorni, e andava da novembre a dicembre.
Per i Celti con Samanios (tempo della semina) aveva inizio il nuovo anno, contava 30 giorni, ed era il periodo che andava da ottobre a novembre, con Dumannios (tempo dell’oscurità più profonda), secondo mese del calendario, cominciava il periodo invernale, questo mese contava 29 giorni, e copriva il periodo da novembre a dicembre.
I pellerossa d’America adattarono il computo dei mesi al calendario dei pionieri, tuttavia i loro mesi erano legati al ciclo lunare e, ovviamente, ogni popolo o tribù aveva noi propri per i mesi dell’anno. Secondo la testimonianza di Alce Nero del popolo Lakota, era Luna delle foglie cadenti, mentre per gli Indiani Chippewa Objibva era chiamato Luna delle piogge che sghiaccia il terreno.
Durante la Rivoluzione francese, il periodo che andava dal 22 ottobre al 20 novembre, secondo mese del calendario rivoluzionario, prese nome di Brumaire (brumaio) mentre il periodo che andava dal 20 novembre al 20 dicembre prese il nome di Frimaire (frimaio).

A novembre la campagna è dominata dal colore cupo e scuso degli alberi, in gran parte ormai senza foglie,, che, ormai cadute al suolo, serviranno da nutrimento in vista della prossima primavera. La nebbia fa le sue prime comparse e qualche alta cima di monti è già imbiancata.
C’è ancora qualche giornata tiepida per godersi qualche giornata in collina e per assaporare i profumi del sottobosco, prima che l’inverno copra tutto con un manto di gelo.
In città la nebbia si confonde con il fumo delle macchine e dei camini. Il risultato è un grigiore predominante.
Nessun commento:
Posta un commento
Qui puoi scrivere un tuo commento